Verso la candidatura UNESCO

Verso la candidatura UNESCO

La nostra “Fascia Olivata Assisi-Spoleto” ha da poco raggiunto un importante traguardo: è ufficialmente entrata a far parte del Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali e Storici, riconoscimento questo che pone solide basi sia per l’inserimento tra i paesaggi d’interesse mondiale che la Fao sta censendo, sia per il riconoscimento come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco.


La Fascia Olivata che va da Assisi a Spoleto, copre circa 9 mila ettari e attraversa sei comuni: Assisi, Spello, Foligno, Trevi, Campello sul Clitunno e Spoleto. È caratterizzata da un valore storico e agronomico unico al mondo: è un paesaggio antico, costruito e modellato dall’uomo, che con ostinazione ha voluto piantare, far crescere ed allevare ulivi che, con altrettanta tenacia, hanno voluto attecchire, crescere e produrre su terreni scoscesi, sassosi e per nulla fertili e dove nessun altra coltura avrebbe mai potuto sopravvivere. Grazie a questa unione, di uomo e coltura, abbiamo oggi un territorio pieno di ulivi secolari, di specie dal genoma primitivo, rustico e resistente, di sistemi di coltivazione unici fatti di mezzelune di muretti a secco e gradoni di sassi calcarei, di aggregazioni di genti che hanno costruito paesi nati con il solo fine di coltivare e raccogliere i frutti del duro lavoro, di antichi frantoi che custodiscono sapienza millenaria nell’estrazione del prezioso olio extra-vergine di oliva che, proprio grazie alle peculiari caratteristiche di questo luogo, assume qualità organolettiche impareggiabili.


In questa zona uomini e territorio si fondono a tal punto che è impensabile per l’uomo scindersi dalla coltivazione dell’ulivo così come per l’ulivo è impossibile sopravvivere senza la cura dell’uomo.
Tale traguardo rappresenta una meta importantissima perché permette, a tutti i piccoli produttori di olio extra-vergine, di valorizzare il frutto dei loro sforzi e soprattutto di salvare dall’abbandono una coltivazione tanto antica quanto tanto minacciata. 
Minacce che sono di tipo economico ed ambientale, che crescono di anno in anno e che rendono sempre più difficoltosa e onerosa la coltivazione e che senza gli opportuni riconoscimenti rischia di deperire e sparire.
Ma gli “opportuni riconoscimenti” non sono solo quelli di un’iscrizione in un Registro dei Paesaggi Rurali e Storici, ma sono soprattutto quelli di tutte le persone che da sempre credono nel lavoro dei piccoli produttori e nel vero valore di questo prodotto, perché, è evidente che, senza nessuno ad apprezzarlo, la coltivazione sarebbe già sparita da un pezzo senza vedere la benché minima ombra né di un riconoscimento Nazionale né tantomeno Mondiale.
Persone, che anno dopo anno, continuano a richiedere questo olio consapevoli che la loro scelta, oltre a garantirgli un ineguagliabile valore organolettico e salutistico, contribuisce al mantenimento di un paesaggio unico, alla salvaguardia di una biodiversità dal fragile equilibro e al sostentamento di tanti lavoratori che con il sudore della fronte partecipano a mantenere in vita i nostri patriarchi verdi-argento.


Speriamo che questo Riconoscimento Nazionale possa far apprezzare, a tanta altra gente ancora, tutta la storia, il territorio, le persone, il lavoro e l’amore che sono nascosti dietro una semplice bottiglia di olio, e che tutto questo possa presto diventare Patrimonio di tutta l’Umanità.

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